La nostra parrocchia: dall’origine al presente

La costruzione della chiesa

 

Era l’anno 1969, quando l’Arcivescovo, Mons. Norberto Perini, vedendo la crescita della popolazione di Porto San Giorgio, dopo aver provveduto ad una nuova parrocchia a nord, decise, anche in seguito ad una domanda presentatagli dal sottoscritto e controfirmata dal parroco di San Giorgio, Mons. Giuseppe Roscioli, di istituire un’altra parrocchia a sud, intitolata a “Gesù Redentore”. Sarebbe stata la terza parrocchia nel territorio cittadino.

Designò come parroco il sottoscritto, che già svolgeva l’attività pastorale.

Nel frattempo, il sig. Ezio Pettorossi, un uomo animato da forte fede e da una particolare devozione alla Madonna, aveva costruito, con l’aiuto del fratello Arch. Aldo, una chiesina dedicata alla “Madonna delle Grazie”, che divenne fino alla costruzione del complesso parrocchiale, il centro provvisorio di culto, funzionale anche se insufficiente, per una popolazione che già contava circa quattromila persone.

Eretta canonicamente parrocchia il 7 luglio del 1969 e subito dopo riconosciuta civilmente, ci si preoccupò di reperire l’area per il nuovo complesso parrocchiale.

In un primo tempo, mentre si stava costruendo un nuovo campo sportivo, si pensò ad una parte di quello vecchio, che sembrava dover essere smantellato per il migliore scorrimento delle vie verso il sud. Di fatto non ci furono né lo smantellamento e conseguentemente né la concessione dell’area.

Non poté andare in porto neanche la richiesta di ottenere un’area nel grande spazio accanto all’attuale ufficio postale sud, dal piano regolatore destinato a realizzazioni di pubblica utilità e al verde.

Il 25 ottobre del 1969 si chiese ancora al comune se fosse possibile ottenere una parte di area nella zona sud del consorzio agrario, attraverso un accordo fra le due parti.

L’intesa non poté essere raggiunta, per cui il comune dovette passare all’esproprio, ricorrendo alla legge della pubblica utilità. La Prefettura di Ascoli Piceno ne emise il decreto, in data 14 febbraio 1977, per una superficie totale di mq. 4600.

La parrocchia versò al consorzio per detta aerea soltanto la somma di lire 4416000.

L’operazione risultò quanto mai favorevole per la parrocchia, grazie anche alla buona volontà del presidente del consorzio, Dr. Barone.

A mezzo stampa locale, fu reso di pubblica ragione l’invito a redigere un progetto del complesso parrocchiale, che avesse le caratteristiche della semplicità, della sobrietà e della economicità. Entro i termini previsti, l’Arch. Filippo Mariucci presentò il suo progetto che sembrava rispondere alle richieste. La sollecita approvazione, da parte sia della commissione edilizia comunale, che delle commissioni di Arte Sacra diocesana e centrale romana, aprì la porta all’esecuzione dell’opera.

In data 6 marzo 1977 fu posta la prima pietra delle opere parrocchiali.

S.E. Mons. Cleto Bellucci, dinanzi a personalità e a tanta gente convenuta, presiedette l’Eucarestia all’aperto, nel luogo dove sarebbero state costruite le opere.

Nel Natale dello stesso anno si celebrò la prima messa nel salone-teatro, utilizzato come luogo di culto per circa sette anni. I  lavori proseguirono  e nel 1978 si realizzarono i locali necessari al ministero pastorale. Nel frattempo sorse il centro “Don Bosco”, luogo di formazione e di ricreazione per i giovani.

L’otto dicembre del 1981 fu posta la prima pietra della nuova chiesa, consacrata il 31 maggio 1987 dall’Arcivescovo Mons. Bellucci, che , lungo questi anni, ci è stato sempre vicino, ha seguito i lavori e ha spesso celebrato con la nostra comunità.

Vennero poi sistemate le sale di catechesi nella cripta della chiesa e si incominciò a pensare alla cappella feriale, (contemplata nel progetto iniziale), resasi indispensabile per le celebrazioni feriali e per i vari gruppi parrocchiali. Grazie a Dio, nel 2002 fu inaugurata dal nostro Arcivescovo, Mons. Gennaro Franceschetti, che l’aveva candeggiata.

L’esecuzione del complesso fu affidata: per le prime opere parrocchiali, alla ditta S.V.A.; per le fondamenta della chiesa e seminterrato, alla ditta Agostini; per la chiesa e la cappella, alla ditta fratelli Rinaldi di Ascoli Piceno, sempre sotto la direzione del geom. Bruno Cardinali.

La donazione della cappella della “Madonna delle Grazie” non poté avere la corrispondente accettazione notarile da parte della parrocchia, per difficoltà giuridiche. Una volta costruito il complesso parrocchiale, detta cappella cessò di esistere.

L’altissimo costo dell’opera è stato coperto dai contributi della Confraternita del SS. Sacramento, della generosa nostra popolazione, del comune di Porto San Giorgio, (trattandosi di opera di pubblico interesse), e da interventi previsti dello Stato.

Questa è la storia della parrocchia o meglio della nostra chiesa, fatta di cemento e di mattoni. Ma al di sopra di ogni realizzazione materiale, c’è la storia della nostra comunità parrocchiale che ha vissuto quasi 35 anni di vita del comune cammino della fede.

Don Gabriele